Le orgini e la colonizzazione

In età precolombiana il paese fu abitato prima dai maya, poi dai Pipil, una popolazione tolteca. Questi ultimi si stabilirono nell'area all'incirca nell'anno 1000, scegliendo la città di Cuscatlàn come capitale.
La conquista europea dei territori dell'odierno El Salvador cominciò nel 1524, con una spedizione spagnola con a capo il conquistador Pedro de Alvarado. Egli, venendo dal Guatemala, sbaragliò i Pipil e ne invase la capitale: il fratello Diego fondò San Salvador, l'attuale capitale dello Stato.
Il XIX secolo e l'indipendenza
Posto sotto il dominio spagnolo e amministrativamente dipendente dalla capitaneria del Guatemala, nel 1811 cominciarono i moti patriottici, organizzati dalla popolazione creola. Il Guatemala divenne indipendente dieci anni dopo annettendo il Salvador, ma fu a sua volta annesso dal Messico l'anno dopo. Entrato nell'organizzazione regionale centroamericana delle Province Unite dell'America Centrale, il Salvador divenne una Repubblica indipendente nel 1841. La fine del XIX secolo vide diversi tentativi fallimentari di riunire l'America centrale sotto l'egida di un'organizzazione politica sovranazionale che racchiudesse tutti gli Stati della regione, ma frazionamenti e disaccordi resero inevitabile la divisione della zona.
Il XX secolo e la guerra civile
La situazione politica interna cambiò radicalmente quando nel 1931 il potere fu preso dal generale Maximiliano Hernández Martínez, la cui dittatura si schierò con le potenze dell'Asse. Tuttavia l'attacco di Pearl Harbour modificò la rotta, ponendo il dittatore vicino agli Stati Uniti.
Il controllo del generale cominciò a vacillare nel 1939, quando fu avviato il processo di industrializzazione: gli squilibri e le agitazioni sociali che ne derivarono costrinsero Martínez all'abbandono della scena, nel 1944. Gli succedettero il generale Salvador Castaneda Castro l'anno dopo e Óscar Osorio nel 1948. Quest'ultimo fu eletto alla carica di Presidente della Repubblica nel 1950; nonostante la sua elezione democratica e il suo cauto programma di riforme, gestì in maniera dittatoriale il paese. Lasciò la guida nel 1956 a José María Lemus, rovesciato nel 1960 da un colpo di Stato che favorì la formazione di una giunta militare.

Le gravi questioni interne diventarono sempre più preoccupanti e complesse, tanto da provocare una reazione politica con la formazione di un partito di opposizione; il candidato sostenuto fu José Napoleon Duarte, democristiano. Questa situazione già instabile e pericolosa, si fece decisamente tragica dopo le elezioni tenutesi nel 1972, che portarono al governo il candidato governativo scelto dai militari, il colonnello Molina: la violenta contestazione dei risultati elettorali da parte dell'opposizione si espresse nel tentativo di un colpo di Stato, spezzato e represso dall'esercito. Cinque anni dopo fu eletto nuovamente il candidato governativo, stavolta il generale Romero, il quale con il suo frequente uso della forza e della repressione mosse verso la lotta armata gli oppositori, che lo destituirono nell'ottobre 1979 con un altro colpo di Stato, questa volta riuscito. La nuova giunta formatasi fu mista, poiché formata da militari e civili, tra i quali, mediante concessioni e garanzie, cominciò finalmente il dialogo.
Questo fu però interrotto pochi giorni dopo la destituzione di Romero, il 18 ottobre, in seguito ad una strage commessa dall'esercito nell'atto di disperdere una folta folla di manifestanti. I civili abbandonarono la giunta meno alcuni democristiani, con a capo José Napoleon Duarte, che tenne in piedi la giunta stessa con i militari. L'opposizione si riunì nel Fronte democratico rivoluzionario, mentre il 12 dicembre 1980 Duarte divenne presidente. Le questioni interne si fecero sempre più gravi e il presidente chiese aiuto agli Stati Uniti, ottenendo il sostegno dell'allora presidente Ronald Reagan, che incitò Guatemala e Honduras a lottare contro i gruppi comunisti.
L'opposizione chiese nel 1982 la pacificazione e la formazione di un'assemblea costituente, e sia la Chiesa sia l'ONU appoggiarono queste richieste, ma gli USA si opposero fermamente alla normalizzazione in questo senso sostenendo Duarte. La situazione peggiorò ulteriormente con la vittoria alle elezioni del 1982, boicottate dalla sinistra, del maggiore Roberto D'Aubuisson, di estrema destra. Il 13 marzo del 1983 venne uccisa dalle forze armate la presidentessa della Commissione dei diritti umani, Marianella García Villas, in un'area di conflitto dove si era recata per documentare l'uso di armi chimiche da parte dell'esercito, e assassinata dopo essere stata torturata. Il brutale assassinio sconvolse l'opinione pubblica internazionale, mettendo in luce la grave situazione del paese centro americano.
Le mediazioni della Chiesa fallirono e gli Stati Uniti entrarono in modo frequente e visibile nelle questioni interne del Salvador, favorendo il ritorno alla presidenza di Duarte nel 1984. Duarte comprese l'indispensabilità del dialogo con la guerriglia, e i colloqui ripresero con un importantissimo incontro a La Palma tra il premier e l'opposizione. La destra bloccò tutto in Parlamento. Quattro anni dopo la situazione precipitò quando vinse le elezioni amministrative D'Aubuisson, tra l'altro accusato dell'omicidio dell'arcivescovo Óscar Romero, e in più Duarte fu costretto a recarsi negli Stati Uniti per delle cure per le sue precarie condizioni di salute, lasciando così i poteri.
La Democrazia Cristiana andò in crisi e lasciò libero spazio al partito di D'Aubuisson, l'ARENA, che si aggiudicò la vittoria col suo nuovo candidato Alfredo Cristiani. Egli si dimostrò inaspettatamente conciliante, furono avviati per l'ennesima volta dei negoziati, che però vennero ancora una volta interrotti a causa dell'uccisione di alcuni sindacalisti, da parte di militanti della destra estrema. In seguito a ciò, la guerriglia scatenò una terribile offensiva. Le trattative ricominciarono a Ginevra nel 1990 e l'anno dopo fu finalmente ammessa anche l'opposizione alle elezioni presidenziali. Vinse Cristiani, il quale continuò sulla strada del dialogo, anche perché il paese era stremato da un conflitto civile che era costato almeno 80.000 vite umane. Il 16 gennaio 1992 terminò ufficialmente la guerra civile ad El Salvador. L'anno dopo provocò aspre polemiche la completa amnistia data ai membri dell'ARENA che durante il conflitto interno commisero atrocità e abusi.
Il XXI secolo
Dopo la guerra civile il partito dell'ARENA è sempre uscito vincitore alle urne e così è stato anche alle elezioni tenutesi nel 2004 che hanno decretato la vittoria netta del candidato Elìas Antonio Saca. Nel 2001 il paese fu scosso da due devastanti terremoti, che provocarono oltre 1.200 morti e danni in tutto il paese. Le elezioni, tenutesi il 18 gennaio 2009, hanno visto vincitore il partito FMLN con il 47% dei voti. Il partito ARENA ha ricevuto il 43%. Il PDC, sicuro di un buon risultato, ha ricevuto il 6% dei voti.
Le ultime elezioni del 16 marzo 2009 hanno consacrato la vittoria con il 51,3% di Mauricio Funes del partito FMLN, contro il 48,7% andato al candidato Rodrigo Ávila, rappresentante del partito conservatore di governo ARENA. Si tratta di un risultato storico che riporta la sinistra al potere dopo 20 anni di opposizione. Mauricio Funes del partito Fmln, ha assunto la presidenza del paese il 1º giugno 2009.
Politica interna
San Salvador, capitale di El Salvador
Politicamente instabile, El Salvador per lungo tempo ha dovuto attraversare dei periodi difficilissimi dal punto di vista istituzionale. La sua storia complessa e intricata è stata segnata molto dall'instabilità politica, condizione comune a tutta l'America Centrale, tormentata da problemi di questo tipo per decenni, e talvolta ancora alle prese con crisi interne. Il solito scenario di dittature e colpi di stato ha ovviamente reso aggressivo l'assetto politico del paese, che dopo la fine del regime militare nel 1979 è stato governato dalla Democrazia Cristiana di Duarte o dall'ARENA, l'Alleanza repubblicana nazionalista, fondata da Roberto D'Aubuisson.
La moderata e filostatunitense formazione di Duarte si è dimostrata fragile, debole, soggetta a scissioni dopo il ritiro dello stesso Duarte. L'ARENA è invece un partito di estrema destra, che durante la guerra civile salvadoregna ha attuato una completa chiusura verso l'opposizione, con metodi violenti e repressivi. Lo stesso D'Aubuisson è un personaggio oscuro, visto il numero imprecisato di crimini dei quali si è macchiato con gli anni. Con A. Cristiani l'ARENA ha finalmente aperto il dialogo con gli attivisti dell'opposizione, dialogo che ha portato alla fine del conflitto interno. Ancora oggi l'ARENA è al centro di alcuni gravissimi scandali, che spesso hanno coinvolto anche gli Stati Uniti. La Democrazia cristiana ha governato dal 1980 al 1982, dal 1984 al 1989. L'ARENA ha governato dal 1982 al 1984, e dal 1989 è sempre stata ininterrottamente alla guida del paese, nonostante molte accuse di brogli siano state avanzate dopo le elezioni che hanno confermato il partito fondato da D'Aubuisson. L'attuale premier Saca quindi appartiene all'ARENA. L'opposizione è stata rappresentata durante la guerra civile dal Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale, FMLN, diventato un partito dopo la fine delle ostilità.
Il paese è una democrazia, ma che presenta limiti ben definiti, visti gli scandali che hanno coinvolto la destra degli ultimi anni. L'ex governo della repressione ha dimenticato in modo straordinariamente veloce il suo passato, emanando nel 1993, un anno dopo la fine del conflitto, un'amnistia generale per tutti i membri del partito che avevano commesso gravi reati durante la guerra civile: questo suscitò un profondo sdegno presso la comunità internazionale. Sulle ultime elezioni, quelle del 2004, ci sono sospetti più che consistenti di irregolarità. Numerose le segnalazioni di persone pagate per votare ARENA, mentre i dipendenti di alcune imprese private non hanno potuto votare perché i loro datori di lavoro hanno ritirato i loro documenti di identità, senza i quali è impossibile accedere alle urne. Molti salvadoregni residenti nei paesi vicini sono stati fatti affluire con l'istruzione di votare il partito di estrema destra, dopo che erano stati ricompensati con denaro e avevano ricevuto documenti di identità falsi, con i quali sono riusciti a votare benché non potessero farlo. Questo spiegherebbe l'affluenza alle urne insolitamente alta, nonché nettamente superiore rispetto alle consultazioni degli anni precedenti. Il candidato del governo era Elìas Saca, che ne uscì vincitore. Il suo mandato è scaduto nel 2009.
Polemiche sono state suscitate da un probabile coinvolgimento degli Stati Uniti, che dal 1992 hanno sempre appoggiato l'ARENA e influenzato gli elettori salvadoregni, dichiarando più volte che non avrebbero mai permesso l'ascesa al potere di una formazione di sinistra. Gli Stati Uniti hanno impedito in tutti i modi la vittoria di un altro partito, visto il supporto dato da Saca e dal suo partito in ambito militare: gli USA hanno una base a Ilopango, importante strategicamente; per conservarla è indispensabile che ci sia un governo consenziente, rappresentato appunto dall'ARENA e da Saca, che segue la consueta linea del partito.
Politica estera
El Salvador è una delle 23 nazioni del mondo che riconosce l'indipendenza della Repubblica di Cina, nota come Taiwan, intrattenendo rapporti diplomatici ufficiali. Quindi El Salvador reputa Taiwan come l'unico governo legittimo e valido per l'intera Cina.