Lingua ufficialeLa lingua ufficiale è lo spagnolo, che presenta numerose affinità con quello parlato nei Caraibi (Cuba, Repubblica Dominicana, Porto Rico, ecc.) e alcune differenze con quello della madre-patria ispanica, soprattutto di carattere fonetico e lessicale. Va messo in evidenza che quanto più alto è il livello socio-culturale del parlante venezuelano tanto più tali differenze si riducono, mentre nel caso contrario si accentuano.
Per quanto riguarda la fonetica le differenze più salienti fra lo spagnolo-venezuelano e quello peninsulare sono quattro:
il seseo, e cioè il caratteristico suono interdentale della c + e e/o c + i e della z, viene sempre pronunciato come una s sorda (mentre ha un suono simile al th inglese di fine parola, nello spagnolo di Spagna)
la s posta alla fine della parola, marcatissima nello spagnolo peninsulare è quasi muta, venendo pronunciata come una j appena accennata (in italiano h aspirata); quando invece la s, trovandosi nel corpo della parola, è seguita da consonante, non viene neppure pronunciata;
la d intervocalica e a fine parola non viene generalmente pronunciata;
di uso generale è lo yeismo in cui il suono ll (simile all'italiano gl di gigli) viene pronunciato come fosse una y
Le differenze lessicali possono venire sintetizzate nella seguente forma:
presenza nello spagnolo di Venezuela di arcaismi, scomparsi da secoli oppure utilizzati nello spagnolo peninsulare solo nel loro significato originario, come ad esempio, carro (carro in castigliano, automobile in spagnolo venezuelano), plata (argento in castigliano, denaro in spagnolo venezuelano), ecc.;
presenza di molti termini inesistenti nello spagnolo peninsulare. Tali termini possono essere di origine india 'guayoyo', in italiano caffè lungo, guacamaya (pappagallo in italiano), o di derivazione italiana (tenemos la testa, piano a piano, ciao, ecc.), francese (mussiù per indicare lo straniero, da monsieur, petipuás, piselli in italiano, da pétit pois), inglese (full equipo, equipaggiamento completo, da full equipment, guachimán, in italiano vigilante, custode, da Watch-man), portoghese (malandro, cioè malandrino, delinquente), africana (chévere, intraducibile in italiano, detto di persona in gamba, o di cosa o di sensazione estremamente piacevole, ecc., dallo yoruba ché egberi), ecc.
Va infine sottolineato che nella quasi totalità del Venezuela, la seconda persona plurale dei vari modi e tempi si è persa completamente. Il vosotros è stato sostituito dall'ustedes seguito dalla terza persona plurale. Solo nella città di Maracaibo, e zone limitrofe, si è conservato il vos (invece del vosotros dello spagnolo peninsulare), seguito dalla seconda persona plurale, però e utilizzato per la seconda persona del singolare(Vos Hacéis = Tu Haces = Tu Fai).
Lingue co-ufficiali
La nuova costituzione bolivariana di Venezuelana, voluta dal presidente Hugo Chávez (1999), protegge le lingue indigene (art.9) ribadendone la coufficialità con lo spagnolo nei propri territori di diffusione. Si tratta di oltre 30 idiomi autoctoni raggruppati in otto famiglie principali:
arawako: che include il kurripako, il piapoko e il wayuu, l'idioma autoctono più parlato in Venezuela (oltre 100.000 parlanti)
caribe che comprende, fra gli altri, oltre al caribe, le lingue pemón (la più parlata di tale famiglia), akawayo, eñepá , e altre di minore importanza;
chibcha, con il barí;
Guahibana comprendente il jivi e il kuiva;
Makú cui appartengono gli idiomi puinave e jodi
Sáliva, che include la lingua sáliva (in via di estinzione con soli 17 parlanti) e il wótuja
Tupí, con lo yeral
Yanomama, integrata dal sanemá e dal yanomami
Fra le lingue non appartenenti ad alcuna famiglia segnaliamo, fra le altre, il pumé e il waraw.
Tali lingue sono parlate, in una situazione di monolinguismo, o di bilinguismo con lo spagnolo, da poco più di 170.000 venezuelani, nella quasi totalità appartenenti alle varie etnie di indios che popolano ancora alcune zone del paese.
Altre lingua
Gli immigrati di prima e spesso, anche di seconda generazione, parlano, accanto allo spagnolo, le lingue dei paesi di origine. La più diffusa, dopo quella ufficiale, è l'italiano, insegnato anche in molte scuole del paese e sostenuto dalla presenza della Società Dante Alighieri, con sede, per il Venezuela, a Caracas. Tale lingua è anche intesa, se non parlata, da molti venezuelani che non hanno ascendenze italiane ma che per ragioni familiari, di studio o di lavoro sono entrati in contatto con la comunità italiana, massicciamente presente soprattutto in alcune importanti città della zona centro-settentrionale del paese (Caracas, Valencia, Maracay, ecc.).
Dopo l'italiano la lingua allogena più parlata, come madrelingua, in Venezuela, è il portoghese, grazie soprattutto alla presenza di molti immigrati provenienti dal paese iberico ma anche agli oltre mille chilometri di frontiera in comune con il Brasile, lungo i quali la lingua di Camões è molto diffusa (va però evidenziato che le zone limitrofe al Brasile, tutte appartenenti alla Guayana venezuelana, sono generalmente poco popolate). Strettamente imparentato al portoghese è il galiziano, parlato da molti immigrati iberici (ricordiamo che dalla Galizia è provenuta gran parte dell'immigrazione spagnola diretta in Venezuela e più in generale nelle Americhe).
Diffusione più modesta hanno il francese e il tedesco. Quest'ultimo è parlato in una sua varietà "coloniale" nella Colonia Tovar, dove vivono ancora i discendenti dei coloni che, attorno alla metà dell'Ottocento, si insediarono in zona.
Fra gli idiomi non indoeuropei si segnala l'arabo, parlato dai numerosi immigrati libanesi (e in minor misura siriani) che si sono trasferiti in Venezuela nel corso del Novecento.
Un posto a sé stante merita l'inglese, parlato, come seconda lingua, dall'alta borghesia venezuelana, e, più in generale da gran parte della classe dirigente che spesso manda i propri figli a studiare negli Stati Uniti d'America e (meno frequentemente) in Gran Bretagna. L'inglese, pur contando nel paese un numero di parlanti, come madrelingua, inferiore a quello dell'italiano, del portoghese e di altre lingue allogene, si è convertito nella seconda metà del Novecento, in Venezuela come nel resto dell'America Latina (e del mondo) nel secondo idioma più studiato dopo quello ufficiale e quello che sicuramente ha più prospettive di sviluppo nel prossimo futuro.