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Repubblica Dominicana

Latinoamerica nel Cuore
Repubblica Dominicana
La Repubblica Dominicana è una democrazia rappresentativa situata nei due terzi orientali dell'isola caraibica di Hispaniola, nelle Grandi Antille. Confina a ovest con la repubblica di Haiti, ed è bagnata a nord dall'Oceano Atlantico, a sud dal Mar dei Caraibi e a est dal Canale della Mona, che la separa da Porto Rico. La capitale è Santo Domingo, la lingua ufficiale è lo spagnolo (vedi anche: Lingua spagnola in Repubblica Dominicana).

La Repubblica Dominicana non va confusa con Dominica, un altro paese caraibico.




Storia
Colonia spagnola
Il 5 dicembre 1492 le caravelle di Cristoforo Colombo arrivarono nell'isola, che venne denominata la Española. Colombo vi lasciò un insediamento di 39 marinai, chiamato La Navidad. L'anno successivo, ritornando nel secondo viaggio, lo trovò distrutto e decise di fondare un nuovo insediamento più ad est, nel territorio dell'attuale Repubblica Dominicana, chiamandolo La Isabela, considerato il primo vero insediamento europeo nelle Americhe. L'isola divenne una colonia spagnola.

Dei primi anni di dominazione spagnola si ricorda lo schema delle fattorie (haciendas): basato sull'esperienza portoghese nella costa occidentale dell'Africa, consisteva nello sfruttamento del lavoro retribuito degli spagnoli, un regime di schiavitù per le popolazioni native, la vendita degli stessi in Spagna e l'imposizione di un tributo in polvere d'oro o cotone. Lo sfruttamento delle ricchezze naturali e della forza lavoro indigena poteva avvenire solo a favore della corona spagnola e non dei privati. Questo provocò molto malcontento tra gli spagnoli e la morte, spesso per tristezza, dei taino durante il viaggio oceanico. I modi con cui vennero trattati gli indigeni (considerati come la ricompensa per la conquista) provocarono un crollo della loro condizione fisica e della speranza di vita. I taino arrivarono a suicidarsi in massa e a realizzare aborti come unica via di salvezza dalla schiavitù; la popolazione scese dalle circa 400 000 persone calcolate nel 1492 a 60 000 nel 1508.

La scarsa manodopera indigena e la concentrazione della stessa in poche famiglie aristocratiche fece sì che i coloni spagnoli emigrassero presso altre terre. Solo con l'introduzione della lavorazione intensiva della canna da zucchero la popolazione incominciò a crescere, e con essa iniziò anche la tratta degli schiavi neri dall'Africa. A metà del XVI secolo si calcola che fossero presenti sull'isola più di 20 000 africani provenienti da tribù differenti, mentre i taino erano praticamente estinti.

All'inizio del 1600 per combattere il contrabbando e gli attacchi dei pirati la Casa reale spagnola decise di trasferire tutte le persone che vivevano nelle zone ovest e nord-est dell'isola in zone più controllabili e vicine alla capitale, Santo Domingo. Questo provocò un impoverimento generale dell'economia dell'isola e la possibilità per filibustieri e bucanieri di occupare la parte occidentale (La Tortuga) come loro principale base di partenza per gli attacchi alle navi dirette e provenienti dall'Europa.

Un'indipendenza contrastata

Nel 1791 una ribellione di schiavi guidati da Toussaint Louverture segnò l'indipendenza della colonia francese di Haiti dalla madrepatria e la conseguente unificazione dell'isola per mano degli haitiani. La prima misura che venne presa fu l'abolizione della schiavitù. Nel 1801 Napoleone inviò una gigantesca spedizione per la riconquista di quella che doveva essere il centro del suo impero coloniale, ma ciò non impedì che tre anni più tardi Haiti (la parte occidentale dell'isola) dichiarasse l'indipendenza. I francesi rimasero a controllare i territori a est con capitale Santo Domingo grazie all'appoggio degli ex-coloni spagnoli che rifiutarono la dominazione da parte di ex-schiavi non riconoscendosi come neri, ma come spagnoli mulatti.

Dopo un breve ritorno sotto il dominio della Spagna (1808) e un'indipendenza effimera (1821), nel 1822 la Repubblica Dominicana (o Repubblica di Haiti Spagnola, come si chiamò nel 1821) venne invasa da Haiti. Nel periodo successivo (fino al 1844) si registrò l'abolizione della schiavitù, una riforma agraria e la ridistribuzione delle terre, l'istituzione dell'educazione obbligatoria, laica e gratuita e un forte scontro con la Chiesa cattolica. La popolazione dominicana mal digerì queste riforme.

Nel 1844 un movimento di sollevazione popolare guidato da Juan Pablo Duarte portò all'indipendenza della Repubblica Dominicana sancita da un manifesto che segnava l'uguaglianza di tutti gli uomini, senza discriminazioni. Il nascente stato si dibatteva tra quelli che volevano l'indipendenza assoluta e quelli che preferivano l'opzione di protettorato di una nazione sviluppata. Nel 1860 il presidente dominicano Santana firmò un trattato di riammissione alla Spagna (1861). Tale trattato provocò la sollevazione di alcuni generali e l'inizio di una guerra definita di Restaurazione e conclusa con una nuova indipendenza (1863).

L'indipendenza definitiva

A partire dal 1863 è stata retta per alcuni anni da presidenti eletti formalmente in maniera democratica, fra i quali Francisco Gregorio Billini, anche se questi erano probabilmente rappresentativi di un'oligarchia.

A causa dell'insolvenza nel debito estero verso gli Stati Uniti d'America, ma soprattutto per difendere gli interessi statunitensi legati alle coltivazioni di canna da zucchero, questi ultimi occuparono militarmente l'isola nel 1916. Nel momento in cui gli Stati Uniti lasciarono il paese insediarono il dittatore Rafael Leónidas Trujillo con l'incarico di difendere gli interessi economici americani. La dittatura di Trujillo, osteggiata fra gli altri dalla legione caraibica, durò fino al 1961. Nel 1937 Trujillo, in cerca di popolarità, ordinò l'uccisione di 18 000 haitiani che vivevano nelle zone di frontiera dominicana e fece passare il massacro come una rivolta del popolo dominicano. Da quel momento iniziò una campagna di "dominicanizzazione" della frontiera promuovendo la ripopolazione della zona con famiglie dominicane, a cui si consegnavano terre, e la creazione di nuove province. Trujillo cambiò nome anche a diverse città, tra le quali la capitale stessa, diventata Ciudad Trujillo, e San Cristóbal, ridenominata Ciudad Benemérita.

Alla morte del dittatore, ucciso da una congiura il 30 maggio 1961, il suo braccio destro Joaquín Balaguer Ricardo tentò di rimanere al potere, anche con un fallito colpo di Stato, ma cedette alle pressioni internazionali e le prime elezioni libere furono vinte da Juan Bosch Gaviño, fondatore del Partido Revolucionario Dominicano (PRD), cresciuto in esilio durante la dittatura. Le sue posizioni, ritenute politicamente inaccettabili dall'amministrazione statunitense - Juan Bosch chiedeva una riforma agraria e una revisione del sistema economico - hanno portato a una seconda invasione militare (1962-1965, Dottrina Johnson), durante la quale fu praticamente annientata la sinistra dominicana. Dopo il ritiro degli Stati Uniti, nel 1966, venne eletto presidente Joaquín Balaguer.

Il primo periodo di governo di Balaguer è durato fino alle elezioni del 1978, che hanno visto l'elezione di Antonio Guzmán Fernández, del Partido Revolucionario Dominicano (PRD) allora all'opposizione. Fu la prima elezione dominicana in cui si effettuò un cambio di governo in modo pacifico. Il mandato si caratterizzò per essere stato uno dei più liberali tra quelli conosciuti dalla Repubblica Dominicana da decenni. Terminò con il suicidio di Guzmán nel 1982 e gli succedettero due brevi esperienze legate al PRD fino al ritorno di Balaguer nel 1986.

Balaguer governò per dieci anni, venendo rieletto in due elezioni, nel 1990 e nel 1994, svoltesi in un clima di violenza e intimidazione verso l'opposizione; dietro la pressione internazionale, Balaguer acconsentì a organizzare nuove elezioni nel 1996 per le quali non si sarebbe candidato.



Politica
Forma statale
La Repubblica Dominicana è una democrazia rappresentativa i cui poteri sono separati in legislativo, esecutivo e giudiziario. Il Presidente, eletto direttamente dal popolo ogni quattro anni, è anche il capo delle forze armate; nomina il Consiglio di Gabinetto e rende esecutive le leggi approvate dal Congresso.

Il potere legislativo risiede nel Congresso Nazionale della Repubblica Dominicana, suddiviso in due camere: il Senato, composto da 32 membri (uno per ogni provincia), e la Camera dei Deputati, composta da 178 membri.

Politica recente

Nel 1996 viene eletto Leonel Fernández, candidato del PLD, che è il partito che Juan Bosch ha fondato quando si è reso conto che il PRD non corrispondeva ormai più ai suoi ideali. Realizza una politica neoliberista, vendendo le imprese elettriche e modernizzando il paese dal punto di vista tecnologico.

Nel 2000 le elezioni vengono però vinte da Hipólito Mejía Domínguez, del PRD. Viene eletto al primo turno con più del 50% dei voti, e incarna la speranza della gente di un governo che sia dalla loro parte.

Nel 2002 muore l'ex presidente Balaguer.

Le elezioni dell'agosto 2004 vedono nuovamente sconfitto il governo in carica e torna alla presidenza Leonel Fernández.

Nelle elezioni amministrative del 2006 si registra una forte vittoria del PLD del presidente Leonel Fernández.

Alle elezioni presidenziali del 2008 il presidente uscente viene riconfermato con il 53% dei voti, mentre Miguel Vargas (PRD) ha raggiunto quota 40%. Il PRSC con Amable Aristy si è fermato a poco più del 4%.

Alle elezioni presidenziali del 2012 si riconferma il partito di governo, una forte vittoria del candidato del partito ufficiale Partito della Liberazione Dominicana nella persona di Danilo Medina contro l'oppositore del partito (PRD) Hipòlito Mejia.

In agosto 2012 Danilo Medina assunse la presidenza della Repubblica Dominicana.



Clima
Il clima è tropicale caraibico, con piogge abbondanti e ovvie fasce climatiche in relazione all'altitudine . Le temperature medie annuali (tra il valore minimo ed il massimo giornaliero) variano dai 19,5 °C ai 15° delle altitudini uguali o superiori a 1000 mt slm fino a 1500 mt slm , dai 15 °C ai 10 °C dai 1500 mt slm fino ai 2000 mt slm, dai 10 °C ai 5 °C dai 2000 mt slm sino ai 2500 mt slm dai 5 °C gradi agli 0 °C gradi da 2500 a 3000 mt slm, ai 26,5 °C al livello del mare. A 200 mt slm si contemplano circa 25,5 °C gradi di media annuale, per passare a 24 °C a 400 mt slm, 22,5 °C a 600 mt slm e 21 °C di media ad 800 mt slm .Le massime possono di norma raggiungere 40 °C nelle valli protette durante i periodi caldi, mentre è comune che si raggiungano 5 °C in montagna nella stagione meno calda ma sicuramente più umida, la stagione delle piogge (Ottobre Novembre e Dicembre, può essere interessato anche Gennaio).Tuttavia, come intuibile, in quota le precipitazioni nevose sono assai scarse data la penuria di montagne molto elevate (ad eccezione del Pico Duarte che svetta appena sopra i 3000 m slm)

A seconda della stagione (delle piogge o secca) e in relazione all'elevazione massima del Sole nel cielo, per la latitudine media del paese, le giornate tecnicamente durano da 11 ore ad appena meno di 13 ore e 16 minuti.

La stagione delle piogge inizia a maggio e termina a novembre, anche se nella regione settentrionale del paese le piogge continuano anche durante il mese di dicembre. Il carattere torrenziale delle piogge causa numerosi smottamenti, anche se i danni maggiori sono causati dagli uragani e dalle tempeste tropicali, la cui stagione va normalmente da agosto a ottobre.


Religione






La religione principale è il cattolicesimo: nel 2006 l'Organizzazione Gallup ha stimato che la popolazione fosse per il 39,8% cattolica praticante, 29,1% cattolica non praticante, 18,2% protestante, e 10,6% non religiosa. La Confederazione delle Chiese Evangeliche Riformate sostiene che gli evangelici siano tra il 16 e il 20%.









Lingue
La lingua ufficiale della Repubblica Dominicana è lo spagnolo, con molti neologismi derivanti soprattutto dall'inglese. Tale influenza è dovuta in particolare alla pressione culturale ed economica esercitata dagli Stati Uniti d'America nel corso degli ultimi due secoli. Il creolo haitiano è usato dal gran numero di immigrati haitiani presenti nel paese; viene parlato soprattutto nelle zone di confine.

Nella provincia di Samaná si usa una variante particolare di lingua inglese, chiamata inglese di Samaná, usata dai discendenti di immigrati inglesi giunti durante l'occupazione haitiana.



Inno Nazionale

Quisqueyanos valientes è l'inno nazionale della Repubblica Dominicana, fu composto da José Rufino Reyes Siancas su testo di Emilio Prud'homme.

La prima versione dei versi di Prud'homme fu pubblicata il 16 agosto 1883 dal settimanale El Eco de la Opinion. Il 17 agosto 1883 l'inno, così composto, fu eseguito durante un evento organizzato dalla stampa nazionale presso la sede della Loggia Esperanza di Santo Domingo. Fu cantato da un gruppo di giovani, con l'accompagnamento di una piccola orchestra. La composizione fu ben accolta dal pubblico e da allora iniziò lentamente a diventare popolare.

Nel 1897, il giornale della capitale El Teléfono pubblicò una edizione del testo di Prud'homme, corretta dallo stesso autore. Lo stesso poeta volle rivedere la sua opera, considerando che la prima versione presentava errori dovuti alla sua inesperienza giovanile. Sebbene avesse 27 anni quando scrisse il suo inno, nel 1883, si vide costretto ad ampliare tardivamente la sua formazione letteraria, a causa della sua estrazione sociale umile. Questa seconda versione divenne quella definitiva.

Con il nuovo testo approvato a larga maggioranza, il Congresso Dominicano adottò Quisqueyanos Valientes come inno nazionale dopo accesi dibattiti il 7 giugno 1897. L'allora presidente Ulises Heureaux pose il veto comunque, probabilmente a causa dell'avversione di Emilio Prud'homme nei confronti del suo governo dittatoriale.

L'inno fu finalmente adottato come ufficiale il 30 maggio 1934.

L'articolo 97 della Costituzione dominicana dichiara che:

« L'Inno Nazionale è la composizione musicale consacrata dalla Legge 700, datata 30 maggio 1934, ed è invariabile, unico ed eterno »

Da notare che il termine "Dominicanos" non appare mai nell'inno, poiché Prud'homme utilizzò costantemente il termine poetico Quisqueyanos. Quisqueya è il nome dell'isola di Hispaniola nella lingua dei Taino, il cui significato è "Madre della Terra"; il termine è utilizzato per fare riferimento alla Repubblica Dominicana.

Nel tempo si è diffusa la denominazione dell'Inno Nazionale Dominicano come Quisqueyanos valientes, anche se Emilio Prud'homme intitolò il suo poema semplicemente Himno Nacional.
Quisqueyanos valientes
Quisqueyanos valientes, alcemos
Nuestro canto con viva emoción,
Y del mundo a la faz ostentemos
Nuestro invicto glorioso pendón.
Salve el pueblo que intrépido y fuerte,
A la guerra a morir se lanzó
Cuando en bélico reto de muerte
Sus cadenas de esclavo rompió.
Ningún pueblo ser libre merece
Si es esclavo indolente y servil;
Si en su pecho la llama no crece
Que templó el heroismo viril.
Más Quisqueya la indómita y brava
Siempre altiva la frente alzará:
Que si fuere mil veces esclava
Otras tantas ser libre sabrá.
Que si dolo y ardid la expusieron
de un intruso señor al desdén,
¡Las Carreras! ¡Beller!... campos fueron
que cubiertos de gloria se ven.
Que en la cima de heroíco baluarte,
de los libres el verbo encarnó,
donde el genio de Sánchez y Duarte
a ser libre o morir enseñó.
Y si pudo inconsulto caudillo
de esas glorias el brillo empañar,
de la guerra se vió en Capotillo
la bandera de fuego ondear.
Y el incendio que atónito deja
de Castilla al soberbio león,
de las playas gloriosas le aleja
donde flota el cruzado pendón.
Compatriotas, mostremos erguida
nuestra frente, orgullosos de hoy más;
que Quisqueya será destruida
pero sierva de nuevo, jamás.
Que es santuario de amor cada pecho
do la patria se siente vivir;
Y es su escudo invencible, el derecho;
Y es su lema: ser libre o morir.
Libertad que aún se yergue serena
La victoria en su carro triunfal.
Y el clarín de la guerra aún resuena
Pregonando su gloria inmortal.
¡Libertad! Que los ecos se agiten
Mientras llenos de noble ansiedad
Nuestros campos de gloria repiten
¡Libertad! ¡Libertad! ¡Libertad!

Cucina
Bevande
Bevanda nazionale è il caffè, preparato fortissimo. Molto diffusi la birra, ma soprattutto il rum, di diverse qualità. Tra le bevande apprezzate dai turisti vi sono i succhi di frutta a base di frutta tropicale e le batidas di frutta.


Cucina tradizionale

La matrice prevalente nella cucina dominicana è quella spagnola, più forte della tradizione india e di quella degli schiavi africani, ormai pressoché inavvertibile. Tra le specialità si segnalano le freidurias, pezzi di pollo arrostiti, i sanguinacci morcillas o ancora le longanizas, salsicciotti di maiale, molto speziati, lasciati seccare al sole prima della cottura; al posto delle patatine si fanno friggere nel grasso vegetale fette di banana e pezzi di yucca. Quest’ultimo alimento, molto nutriente, viene utilizzato anche per ottenere il casabe, una sorta di pane.

Tra i piatti tipici di origine prettamente spagnola vi sono il locrio, variante locale della paella, e la bandera, a base di riso bianco, fagioli rossi e carne stufata. Questi cibi vengono solitamente accompagnati con insalata o frito verde, banane verdi fritte.

Il pesce occupa un ruolo importante nell’alimentazione del Paese; tra i piatti tipici vi è il pesce in salsa di cocco, il sancocho, una zuppa di gamberi, verdure e carne, e la cazuela di mariscos, una zuppa di pesce.

Per le festività si è soliti cucinare la porchetta, il moro (riso con fagioli) e i pasteles de hojas (pasta sfoglia avvolta in foglie di banano).

Come dessert o come spuntino pomeridiano si può bere il latte di cocco direttamente dal guscio per poi gustarne la polpa ancora fresca.














 
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