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Porto Rico

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Porto Rico
Porto Rico o Portorico (in spagnolo Puerto Rico) è un territorio non incorporato degli Stati Uniti d'America, situato nel nord-est del mar dei Caraibi tra la Repubblica Dominicana e le isole Vergini. A seguito di un referendum popolare del 2012, con il 61,15% delle preferenze favorevoli, gli abitanti del luogo hanno scelto di divenire uno Stato Federato degli Stati Uniti d'America: è stato così avviato l'iter legislativo che potrebbe trasformare l'isola nel 51º Stato degli USA.

È la più piccola isola delle Grandi Antille ed è costituito dall'isola maggiore di Porto Rico e da altre isole minori e arcipelaghi, tra cui Mona, Vieques e Culebra. La capitale è San Juan, che al censimento del 2000 contava quasi 848.000 abitanti e raggiungeva i 2.000.000 considerando l'area metropolitana.

Denominata Borikén dagli indigeni Taino e Borinquen quando divenne una colonia spagnola, oggi Porto Rico vive un'altalenante situazione politica che lo vede in bilico tra il suo attuale stato di Commonwealth e la possibilità di diventare uno stato federato statunitense a tutti gli effetti. In qualità di territorio non incorporato Porto Rico è dotato di una propria autonomia di governo ma non è né completamente indipendente né uno Stato degli Stati Uniti d'America. I sostenitori del Commonwealth insistono sul fatto che Porto Rico sia uno Stato volontariamente associato agli Stati Uniti attraverso una convenzione di diritto internazionale. Al contrario, secondo un rapporto redatto da un'apposita task force presidenziale, Porto Rico è un territorio soggetto ai pieni poteri del Congresso statunitense con facoltà di dotarsi di una propria Costituzione interna per la mera amministrazione degli affari locali. Gli abitanti di Porto Rico posseggono la cittadinanza statunitense dal 1917. Tuttavia, poiché nei territori d'oltremare non si svolgono elezioni presidenziali, i residenti di Porto Rico non votano per eleggere il presidente degli Stati Uniti d'America.

Dagli anni settanta l'economia ha registrato un forte incremento, soprattutto grazie all'industria e al turismo, essendo una meta molto rinomata dei Caraibi, tanto da meritarsi l'appellativo di "isola dell'incanto" (isla del encanto).




Storia

Era pre-colombiana
Parco cerimoniale indigeno Taino di Caguana
La storia dell'isola di Porto Rico prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo non è molto chiara. Ciò che oggi si sa viene fondamentalmente dalle scoperte archeologiche e dalle trascrizioni dei racconti orali degli spagnoli. Il primo libro approfondito sulla storia di Porto Rico fu scritto da Fray Íñigo Abbad y Lasierra soltanto nel 1776, ovvero 283 anni dopo l'insediamento degli spagnoli sull'isola.

La prima colonia indigena di Porto Rico fu costituita dagli Ortoiroid, un popolo dell'era arcaica, stanziatosi sull'isola già intorno al 2000 a.C. Successivamente, tra il 120 e il 400, gli Igneri, provenienti dalla regione dell'Orinoco, arrivarono sull'isola.Tra il VII e l'XI secolo la cultura dei Taino si sviluppò notevolmente e, approssimativamente attorno all'anno 1000, divennero il popolo dominante di Porto Rico. Essi mantennero questo dominio fino all'arrivo degli spagnoli, nel 1493.

L'arrivo degli spagnoli

Quando gli europei giunsero per la prima volta, l'isola era ancora abitata dalle tribù indiane Arawak dei Taino; il nome che essi avevano dato all'isola era Borikén. Il primo contatto con gli europei avvenne per opera di Cristoforo Colombo, durante il suo secondo viaggio alle Antille, il 19 novembre del 1493. Tuttavia alcuni sostengono che non fu Colombo a scoprire Porto Rico, bensì Martín Alonso Pinzón, che nel 1492 si era separato da Colombo continuando da solo le sue esplorazioni. La Corte spagnola diede quindi alla famiglia Pinzón un anno di tempo per poter iniziare l'opera di insediamento e colonizzazione che avrebbe permesso loro la rivendicazione dell'isola, ma essi fallirono.

Originariamente battezzata San Juan Bautista, dallo stesso Colombo, in onore di San Giovanni Battista, l'isola alla fine prese il nome di Puerto Rico (che letteralmente significa "porto ricco"); il nome originale rimase a designare la città più grande, nonché capitale, San Juan. Il conquistador spagnolo Juan Ponce de León divenne l'effettivo governatore in carica di Porto Rico, poiché Vicente Yáñez Pinzón, eletto governatore prima di Juan Ponce, non raggiunse mai l'isola.

Porto Rico fu subito colonizzata dagli spagnoli, i quali vi portarono un gran numero di schiavi africani che furono obbligati a lavorare per la corona spagnola, rimpiazzando così la popolazione indigena dei Taino, che stava progressivamente scomparendo. L'isola divenne in breve un'importante roccaforte e porto strategico dell'Impero spagnolo nei Caraibi. Preoccupati per la continua minaccia dei nemici europei, nel corso dei secoli gli spagnoli costruirono numerosi forti e muraglioni per proteggere la capitale: furono erette fortezze quali La Fortaleza, il forte San Felipe del Morro e il forte San Cristóbal; fu grazie a queste opere di difesa che gli olandesi, i francesi e gli inglesi fallirono nei loro tentativi di conquistare l'isola.




Una garitta difensiva del forte San Cristóbal, nella Vecchia San Juan
Nel 1809, mentre Napoleone occupava la maggior parte della penisola iberica, un'assemblea popolare tenutasi a Cadice riconobbe Porto Rico come territorio spagnolo d'oltreoceano con il diritto di inviare deputati alla Corte spagnola. Il deputato Ramón Power y Giralt divenne vice presidente della corte di Cadice e le sue riforme costituzionali del XIX secolo favorirono l'incremento demografico e la crescita economica, e soprattutto conferirono una maggiore notorietà all'isola. In seguito all'indipendenza nazionale ottenuta dai paesi del centro e sud America, Porto Rico e Cuba rimanevano le uniche due colonie del Nuovo Mondo appartenenti al grande Impero spagnolo. La povertà e l'allontanamento politico dalla Spagna portarono a una piccola ma significativa insurrezione, nel 1868, conosciuta come Grito de Lares (Pianto di Lares): la sommossa fu facilmente e prontamente stroncata.

Promotori di questo movimento indipendentista furono Ramón Emeterio Betances, considerato il "padre" della nazione portoricana, e altri personaggi politici, tra i quali Segundo Ruiz Belvis. Pochi anni dopo sorse il movimento autonomo portoricano, iniziato da Román Baldorioty de Castro e portato avanti da Luis Muñoz Rivera verso la fine del secolo. Nel 1897, Muñoz Rivera e altri indipendentisti persuasero il governo liberale spagnolo a riconoscere e accettare lo Statuto per l'autonomia di Porto Rico. L'anno seguente venne organizzato il primo, anche se di breve durata, governo autonomo portoricano. Si raggiunse quindi il compromesso di mantenere un governatore nominato dalla Spagna, il quale aveva il potere di annullare qualsiasi decisione legislativa con cui non era d'accordo, e una struttura parlamentare parzialmente eletta.

Porto Rico sotto il controllo statunitense
La nave da guerra USS Massachusetts (BB-2) che scortò la flotta americana nello sbarco a Guánica
Il 25 luglio 1898, con lo scoppio della guerra ispano-americana, Porto Rico, essendo una colonia spagnola, fu invasa dagli Stati Uniti d'America con uno sbarco a Guánica. Con il trattato di Parigi del 1898 la Spagna fu obbligata a cedere Porto Rico, assieme a Guam e alle Filippine, agli USA.[11] Il XX secolo iniziò sotto il regime militare statunitense con i funzionari statali, incluso il governatore, nominati dal presidente degli Stati Uniti. Nel 1917, la legge Jones-Shafroth approvata dal Congresso americano garantiva ai cittadini portoricani la nazionalità statunitense, in modo che essi potessero essere arruolati come soldati nella prima guerra mondiale.

Negli anni successivi alla grande depressione del 1929 alcuni leader politici pretesero dei cambiamenti e tra questi spiccò Pedro Albizu Campos che capeggiò un importante movimento nazionale a favore dell'indipendenza: il Partito Nazionalista Portoricano.[12] Ma per assistere a un radicale cambiamento nella struttura governativa del paese bisogna attendere gli ultimi anni delle amministrazioni Roosevelt e Truman. In tale periodo ci fu una sorta di compromesso, portato avanti da Luis Muñoz Marín e altri politici, che culminò nel 1946 con la nomina, da parte del presidente Truman, del primo governatore di origine portoricana, Jesus Piñero. Nel 1947 gli Stati Uniti concessero il diritto di eleggere democraticamente il governatore di Porto Rico ed il 2 gennaio 1949 Luis Muñoz Marín divenne il primo governatore di Porto Rico ad essere eletto dal popolo.

Il 1º novembre 1950 due nazionalisti portoricani, Griselio Torresola e Oscar Collazo, tentarono di assassinare il presidente Truman. Era evidente il desiderio di una maggiore autonomia, e come conseguenza immediata egli autorizzò un autentico referendum democratico in Porto Rico, al fine di stabilire se desiderassero una sorta di propria costituzione.[13] Ciò avvenne nel 1952, e tale costituzione assunse i connotati di un Commonwealth politico, termine spesso usato a designare l'attuale rapporto tra i due stati.[14] Finalmente durante gli anni cinquanta l'isola conobbe una rapida industrializzazione, grazie ad ambiziosi progetti quali l'operazione Bootstrap, che si proponeva di cambiare le basi dell'economia portoricana da agricole a manifatturiere.

Ultimi decenni. Verso l'adesione agli USA

Oggi l'isola è diventata una rinomata meta turistica e un importante centro industriale farmaceutico e manifatturiero. Tuttavia la "lotta" per definire lo status politico non si è mai arrestata. Negli ultimi decenni sono stati autorizzati localmente tre plebisciti per decidere se Porto Rico dovesse consolidare il Commonwealth oppure richiedere di diventare uno stato federato statunitense a tutti gli effetti; ma dopo tre vittorie di stretta misura, da parte dei sostenitori del Commonwealth, di fatto nulla è mutato nei rapporti con gli Stati Uniti.

In due referendum tenutisi nel 1967 e 1993 i portoricani hanno rifiutato di unirsi agli Stati Uniti d'America.

Nel referendum statale del 1998, il Commonwealth ha vinto contro lo Stato federato con il 50,3% dei voti, e grossomodo si sono divisi con le stesse percentuali i sostenitori del partito a favore della federazione (Nuovo Partito Progressista o PNP) e del partito a favore del Commonwealth (Partito Popolare Democratico o PPD). Il Partito Indipendentista Portoricano o PIP ha raggiunto il 2,5% dei voti ed è stato per questo confermato tra i tre partiti politici più importanti di Porto Rico.

Il 6 novembre 2012 Porto Rico ha votato due referendum sullo status dell'isola. In un primo quesito il 54% si è espresso per il cambiamento dello status. Nel secondo quesito il 61,1% dei portoricani si è dichiarato a favore dell'adesione agli Stati Uniti d'America come 51º stato federale, il 5,5% per l'indipendenza e il 33,3% per il mantenimento dello status. Grosso modo i favorevoli all'adesione sono stati i repubblicani e i favorevoli al mantenimento dello status i democratici.

I referendum non sono vincolanti e ora spetta al Congresso degli Stati Uniti decidere se accettare l'adesione di Porto Rico.[16]



Politica
Governo e linee generali

Il Porto Rico ha una forma di governo repubblicana, di tipo parlamentare, ma sui generis, poiché soggetta alla giurisdizione e sovranità degli Stati Uniti d'America. Pur esistendo la classica tripartizione dei poteri essi sono variamente divisi. Infatti, i suoi poteri sono esercitati dal Congresso federale statunitense, sotto la protezione della Costituzione degli Stati Uniti. Il capo dello Stato è il Presidente statunitense, ma nel territorio portoricano questi è rappresentato da un governatore, liberamente eletto, che detiene il potere esecutivo. Attualmente il Governatore è Alejandro García Padilla.

Il potere legislativo, in ambito locale, pur sottoposto alle leggi del Congresso USA, è rappresentato da un'Assemblea legislativa bicamerale, formata dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti. Il Senato è presieduto dal presidente del Senato, mentre la Camera dei rappresentanti è presieduta dallo speaker, similmente alle istituzioni statali USA.

Il potere giudiziario è rappresentato dallo Chief Justice della Corte suprema di Puerto Rico, ma con poteri a metà strada tra un Procuratore generale ed un ministro della giustizia.




Il Campidoglio di Porto Rico, sede del Senato e della Camera dei rappresentanti
Il sistema giuridico fa riferimento a due ordinamenti: Civil law e Common Law, con una varia commistione. Le elezioni parlamentari e quelle per il Governatore si tengono ogni quattro anni, a suffragio universale. I giudici e i procuratori vengono nominati dal Governatore e approvati dal Senato.

Nel 1950 il Congresso degli Stati Uniti offrì ai portoricani il diritto di organizzare una convenzione costituzionale, dipendente dai risultati di un referendum, dove gli elettori avrebbero scelto se avere o meno un proprio governo, con una propria costituzione. Questo referendum venne organizzato nel 1951, e consisteva nella scelta di rafforzare o meno il Commonwealth, definito come una "associazione permanente con l'unione federale". Nel 1952 ci fu un secondo referendum per approvare la costituzione. Tuttavia, prima di approvarla, si rese necessario specificare il nome con il quale il nuovo ente statuale costituzionale sarebbe stato riconosciuto.

Il 4 febbraio 1952 venne approvata la "Risoluzione 22", la quale, per rappresentare l'accordo politico tra Porto Rico e gli Stati Uniti, scelse il termine inglese Commonwealth col significato di "comunità politicamente organizzata" o "Stato legato tramite un accordo o un trattato a un altro sistema politico". Non essendo in grado di tradurre tale concetto con una singola parola in spagnolo, per convenzione ci si ispirò al nome dello Stato Libero Irlandese, traducendolo come Estado Libre Asociado, ovvero Stato Libero Associato.

Commonwealth: pro e contro

In qualità di Commonwealth, Porto Rico beneficia di alcuni aspetti legislativi degli Stati Uniti e possiede un grado di autonomia simile a quello di uno stato federato dell'unione. Tuttavia non è rappresentato nel Congresso americano e non ha nemmeno un elettore nel Collegio elettorale statunitense; di conseguenza i cittadini portoricani non possono partecipare direttamente alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, nonostante i partiti politici abbiano la possibilità, come per gli Stati federati, di avere delle delegazioni per la nomina di entrambi i partiti maggioritari nazionali. Un Delegato Residente, senza il diritto di voto, viene eletto al Congresso statunitense dai cittadini portoricani, in qualità di rappresentante delegato della popolazione portoricana.

Se da un lato i residenti sull'isola non pagano le tasse federali sul reddito, dall'altro tutta la rete commerciale d'importazione ed esportazione viene controllata e pesantemente tassata dagli Stati Uniti. Inoltre i portoricani pagano al governo americano un'imposta federale sui ruoli paga, che influenza quindi i dipendenti con un basso reddito salariale, e le tasse sulla sicurezza sociale e quelle federali, escluso il reddito. Nonostante ciò la popolazione è limitata o non ha diritto ad usufruire di alcuni programmi federali. Basti pensare che Porto Rico è escluso dal Supplemental Security Income (SSI) o che per il programma Medicaid riceve meno del 15% dei fondi che riceverebbe se fosse stato federato. Inoltre, per quanto concerne il programma Medicare, Porto Rico riceve benefici solo parziali, pur pagando la quota intera del servizio. I portoricani, infine, essendo considerati legalmente cittadini statunitensi, sono soggetti al servizio militare dello U.S. Army e alla maggior parte delle leggi federali.

Dagli anni sessanta una singolare questione ha dominato la politica portoricana: la sua posizione politica nei confronti degli Stati Uniti. Già stato associato agli USA dal 1952, Porto Rico è combattuto da profonde spaccature ideologiche, rappresentate dai partiti politici, i quali si dividono tra la situazione attuale e altri due possibili futuri scenari politici: il Partito Popolare Democratico (PPD) cerca di mantenere e di rinforzare l'attuale posizione politica, il Nuovo Partito Progressista (PNP) cerca di incorporare totalmente Porto Rico agli Stati Uniti, come 51º Stato federato, mentre il Partito Indipendentista Portoricano (PIP) cerca la totale indipendenza nazionale.

I leader dei partiti, per avere pari opportunità, fecero numerose pressioni negli anni dal 1898 al 1960 fino ad ottenere, nel 1967, ciò che volevano. In quell'anno l'Assemblea legislativa, per conoscere gli interessi politici dei portoricani, decretò un plebiscito dove si poteva votare per lo stato politico del paese; questo plebiscito fu il primo della storia della legislatura portoricana dove vennero proposte le tre scelte. La maggioranza confermò il desiderio di rimanere un Commonwealth e lo stesso risultato si ebbe con le successive votazioni, nei referendum del 1993 e 1998.[15] Nel novembre del 2012, in concomitanza con le elezioni presidenziali negli U.S.A., si è tenuto a Porto Rico un referendum dove la popolazione ha espresso il proprio consenso ad un'adesione agli Stati Uniti.


Clima
Il clima di Portorico è tipicamente tropicale con delle temperature elevate (25°C di media). Un terzo del suo territorio è coperto di una vasta foresta pluviale con una fitta e lussureggiante vegetazione





Religione

Il cattolicesimo è stato storicamente dominante per l'isola ed è, di fatto, la religione professata dalla maggioranza dei portoricani, con circa 2,8 milioni di battezzati, ovvero il 73% della popolazione.[26] Tuttavia, sotto l'influenza statunitense, è aumentata considerevolmente la presenza di Protestanti, Mormoni (Santi degli Ultimi Giorni) e Testimoni di Geova. La sede metropolitana della Chiesa cattolica in Porto Rico è l'arcidiocesi di San Juan che ha cinque diocesi suffraganee: la diocesi di Arecibo, la diocesi di Caguas, la diocesi di Mayagüez, la diocesi di Ponce e la diocesi di Fajardo-Humacao.

Vi sono poi le comunità minori di fedeli e seguaci di altre dottrine religiose:
Ebraismo: a San Juan e nei suoi dintorni c'è una relativamente piccola comunità ebraica.
Islamismo: esiste anche una discreta comunità islamica con diversi luoghi di culto sparsi per tutta l'isola. Le tre moschee principali si trovano a Río Piedras, Ponce e Vega Alta.
Religioni indigene: le pratiche religiose dei Taino sono state riscoperte e reinventate, fino a un certo punto, da un ristretto numero di fedeli.
Religioni africane: sebbene la Santeria, più conosciuta e professata a Cuba, sia praticata da un certo numero di persone, è il Palo Mayombe della regione del Congo, religione africana di origine Bantu, ad avere il maggior numero di seguaci tra coloro che praticano una qualche forma di religione tradizionale africana. Questa religione, conosciuta comunemente come Palo, è infatti stata praticata sin dal primo arrivo degli schiavi africani sull'isola.





Lingue
Le lingue ufficiali di Porto Rico sono lo spagnolo e l'inglese: lo spagnolo è la lingua principale mentre l'inglese viene insegnato nelle scuole come lingua straniera. Nel 1996 furono stimate in 3.437.120 le persone che parlavano spagnolo come madrelingua, e solamente in 82.000 quelle che invece consideravano l'inglese la loro lingua principale. La maggioranza dei residenti nelle aree metropolitane è bilingue. Nel 1991 il governatore Rafael Hernández Colón firmò una legge secondo la quale si stabiliva che l'unica lingua ufficiale dell'isola dovesse essere lo spagnolo. L'effetto immediato fu che l'inglese non era più la seconda lingua ufficiale. Se da un lato furono in molti ad applaudire la decisione del governatore, dall'altro i sostenitori del Commonwealth e dei partiti a favore dello Stato federato statunitense interpretarono questa legge come una minaccia per le loro ideologie. Ma la nuova legge trovò anche il consenso unanime dell'isola, dal momento che i portoricani, nello stesso anno, vinsero il prestigioso premio Principe delle Asturie per la letteratura (Premios Príncipe de Asturias), un'onorificenza che viene conferita annualmente dal Principe delle Asturie ad individui o ad organizzazioni di livello mondiale che contribuiscono alla crescita della lingua spagnola.[25] Tuttavia il monopolio della lingua spagnola durò solo fino al 1993, anno in cui il nuovo governatore Pedro Rosselló annullò la legge e ristabilì il bilinguismo; questo fatto fu inteso da molti come un passo molto significativo verso la federazione statunitense

Inno Nazionale
La Borinqueña è l'inno nazionale di Porto Rico. La musica e il testo venivano insegnati già nel 1903 nelle scuole ed erano comunemente accettati dal popolo. Ma fu solo nel 1952 che il governo adottò la musica come motivo ufficiale e si dovette giungere al 1977 affinché fossero ufficializzate anche le parole del testo. Il titolo si riferisce al nome aborigeno Taino dell'isola: Boriken o Borinquen.

La Borinqueña
La tierra de Borinquen

donde he nacido yo

es un jardín florido

de mágico primor.

Un cielo siempre nítido

le sirve de dosel

y dan arrullos plácidos

las olas a sus pies.

Cuando a sus playas llegó Colón

Exclamó lleno de admiración:

"Oh!, oh!, oh!, esta es la linda tierra

que busco yo".

Es Borinquen la hija,

la hija del mar y el sol,

del mar y el sol,

del mar y el sol,

del mar y el sol,

del mar y el sol.




Cucina

Bevande

Il rum, ottenuto dal succo fermentato della canna da zucchero, è la bevanda nazionale e lo si trova, pertanto, come base dei principali cocktail.

La birra è molto diffusa, sia quella del luogo sia di importazione; il vino, invece, è reperibile solo nei ristoranti di alto livello.

Da assaggiare, infine, il latte di cocco che è un ottimo dissetante, e i gustosissimi succhi di frutta tropicali.

Cucina tradizionale

La cucina portoricana è molto speziata; vengono infatti utilizzati diversi tipi di chili, il peperoncino e il curry. Nella cucina caraibica del luogo si riscontrano, inoltre, forti influenze indiane, africane ed europee.
Tra i piatti tradizionali si trovano la zuppa di verdure, cipolla, mais e peperoncino (sancocho); la zuppa di granchio (calalou); un insieme di verdure locali con il frutto dell’albero del pane, papaia, radici di igname e cassava; e il pollo piccante in umido (asopao de pollo). La carne di manzo è per lo più importata, mentre la carne di maiale è molto diffusa e consumata insieme a quella di tartaruga e agnello. Il pesce non rientra nella cucina quotidiana.












 
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